CENTOPASSI 2015 – I Protagonisti: Francesco BONANNO, il suo “toscano” e la sua…filosofia




Proseguiamo con la carrellata dei Protagonisti della CENTOPASSI 2015 con …. Francesco BUONANNO, l’avvocato volante, col suo “toscano” e la sua…filosofia dell’andare in motocicletta…

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Francesco è uno di sostanza….a vederlo, con la sua VFR candida, non gli si darebbe del romano, finché non …apre la bocca.
S’era messo in testa che la sua CENTOPASSI sarebbe partita dalle Alpi e così è stato.
Non c’è riuscito niente e nessuno a fermarlo e dire che …era cominciata piuttosto maluccio, con una foratura sul G.R.A. dopo neanche 10 km dalla partenza…ed è così che ha conosciuto un altro “malato di moto” (il gommista) a cui ha raccontato della CENTOPASSI facendo partire il …trip anche a lui!

1. Francesco Buonanno, 20° in Classifica Generale alla Centopassi 2015! Soddisfatto?

13° nella Classifica Individuale, prego! (scrivetelo che sto scherzando, per favore, altrimenti i veri mitici 11 concorrenti che hanno fatto i 100 passi quest’anno mi prendono per pazzo o qualcos’altro).

Sì, sì, sono soddisfatto di me stesso per essere riuscito a partecipare alla CENTOPASSI.
Era dal luglio 2010 che non viaggiavo in moto. Dopo quasi 20 anni di motociclismo e tanti viaggi, sono arrivati due figli in 4 anni e lo stop; altre priorità.
Ero fuori allenamento e mi preoccupava l’idea di fare tanti chilometri in pochi giorni, senza autostrade o strade a scorrimento veloce (non che le ami, ma sono comode nei trasferimenti “mototuristici”).
Alla fine, compresi i trasferimenti “da e per” Roma, sono stati 3.506 i chilometri percorsi, di cui circa 2.300 chilometri di gara (di curve e saliscendi). Inoltre, la mia nuova Honda VFR 800 m.y. 2014 ha i semi-manubri e una posizione di guida sport-touring e anche questo mi faceva pensare che sarebbe stato difficile completare il percorso.

 

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2) Cosa pensi sia stato determinante per arrivare a questo risultato?

Ripensandoci adesso e parlando del “risultato” non è che mi sia impegnato al 100%. Potevo fare di più.
E qui ritorno al significato che ha la CENTOPASSI: è una gara, o la prendi con il giusto spirito competitivo o rischi (facilmente) di non fare i 100 passi, che di per sé non sono una passeggiata (se devi farli in tre giorni e una mezza giornata, quando un mototurista impiegherebbe almeno 15 giorni).
Quello che posso dire è che oggi saprei come fare i 100 passi. Una migliore progettazione del percorso (il mio era troppo lungo, davvero troppo) e più “coraggio” o rigore nell’affrontare le tappe e si potrebbe raggiungere l’obiettivo.
Viaggiando da solo, la sera verso le 21:00 mi fermavo (solo una volta ho tirato più tardi, ma neanche troppo).
E durante la giornata il ritmo non era così sostenuto; diciamo che qualche caffè e diverse fumate dell’inseparabile Antico Toscano di troppo ci sono state da parte mia.

Ma è stato bello così!

La prossima volta, con un ritmo di guida più costante – che non comporta necessariamente una maggiore velocità, in quanto qui alla CENTOPASSI la velocità non conta affatto – e facendo meno strada tra un passo e l’altro, sono sicuro di poter fare meglio.
D’altra parte, non serve neppure guidare 24 ore di filato ed infatti i recuperi alla CENTOPASSI sono molto difficili da fare. Se manchi l’obiettivo di giornata potrai recuperare la notte o al mattino presto del giorno dopo al massimo 3-5 passi, ma il giorno seguente pagherai pegno …
Alla CENTOPASSI vince chi è costante nel rendimento.
Anche se, ed è questa un’altra grande caratteristica della CENTOPASSI, tu puoi progettare tutto al meglio e impegnarti con tutto te stesso nella guida, sbagliando pochissimo (perché anche gli errori di navigazione fanno perdere l’occasione di fare tutti i 100 passi e di errori -pare strano con il GPS a bordo- ma se ne fanno eccome e fanno perdere ore preziose nell’arco della giornata), ma resta sempre l’alea di una rottura o una foratura o una caduta, anche senza conseguenze gravi, che rende tutto “impalpabile”, che trasforma il risultato finale in qualcosa di sfuggente e di non prevedibile.

3) Raccontaci il tuo itinerario. Qual è il luogo più bello in cui tornerai con più calma?

Alpi e Dolomiti le conosco bene.
Mi sono però divertito da matti a fare i passi intorno al passo di Croce Domini (Maniva, Baremone, etc.).
Paesaggi meravigliosi, attimi in cui ti fermavi solo per dire: ma dove cavolo sono andato a finire … stupendo!
Per uno di Roma quei luoghi sono del tutto straordinari e “forti”; non possono non restare impressi.
Poi mi è piaciuto il passo del Vivione e il piano che segue in cima.

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Inoltre, non conoscevo San Pellegrino in Alpe e l’ho trovato un posto magico, con quell’affaccio sugli Appennini toscani e tosco-emiliani che letteralmente toglie il fiato.
E poi, è stato bello che all’arrivo ci siamo andati tutti a sedere in quel punto, chiacchierando e rilassandoci come meglio non avremmo potuto fare altrove.

Delle Alpi e delle Dolomiti, c’è poco da dire appunto: paesaggi mozzafiato, ottimo cibo, gente fantastica, bella guida, strade buone, ma non ottime. Forse perché arrivavamo dall’inverno appena trascorso, ma sporco e imperfezioni dell’asfalto ce ne erano davvero tante. Molte di più che in passato.

Sulle strade, in generale, sarebbe da aprire un capitolo a parte.
L’Italia è distrutta, anche sotto questo aspetto e partecipare alla CENTOPASSI ti consente di affermalo come testimone privilegiato e super-attendibile. La situazione, specie sugli Appennini, non è buona; si rischia a ogni curva e anche sul dritto, per via di frane e buche enormi, non sempre segnalate.
In alcuni punti è un terno al lotto rimanere in piedi, specie di notte, quando già devi stare attento alle decine di passaggi di animali di ogni genere (mi è capitato di vedere di tutto attraversarmi la strada). Non è un bel biglietto da visita e tale situazione urta con la eccezionale bellezza dei paesaggi, della natura, dei borghi e paesi che sono arroccati sulle vette, sui monti e seduti nei fondo valle.

Questa parte dei ricordi della CENTOPASSI mi lascia ancora turbato, non pensavo che fosse questa la situazione, pur venendo da Roma le cui strade cittadine e consolari sono notoriamente devastate. Davvero, ritengo che guidare oggi una moto “stradale” e prestazionale sulle strade italiane è il 30-40% più faticoso che farlo inforcando una crossover o maxi enduro moderna, che diventa una scelta quasi obbligata, dunque, specie dopo i 40 anni (ma io per la cronaca li ho passati e solo grazie al “tappeto volante VFR” sono riuscito a non far soffrire troppo la mia schiena e la cervicale – poi, certamente, tutto è soggettivo e ci sono in giro fior fiore di motociclisti che, con molti più anni di me, si fanno ancora 400 chilometri di sterrato pesante al giorno su monocilindriche pressoché da rally).

4) Che esperienza è stata la Centopassi 2015 a livello personale e motociclistico?

Un’esperienza personale bellissima che mi ha messo la voglia di fare altre esperienze motociclistiche simili e di ripetere l’anno prossimo la stessa CENTOPASSI, ma in squadra.

Vorrei tentarla in squadra, perché deve essere ancora differente come esperienza; un altro tipo di gara.
Per il mio carattere, farla in squadra potrebbe giovare, perché ho sempre bisogno di trovare stimoli per andare avanti, magari a fine giornata e per completare la tappa.
Il terzo giorno di gara, ad esempio, potevo tranquillamente proseguire e fare altri 5 o 7 passi, ma mi sono fermato davanti a una piadina e una birra: c’era un albergo davanti al chiosco e, attraversata la strada, sono finito in branda neanche io so il perché… ho semplicemente mollato.

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Pensa che il mio albergo era prenotato a circa 130 chilometri di distanza ed ho perso il costo dell’alloggio già saldato in anticipo…

Ci fossero stati dei compagni, dopo quel pasto, saremmo ripartiti alla grande!
Ovvio che la squadra è anche un rischio: se la determinazione di ciascuno non è la stessa si rischia di essere tirati psicologicamente verso il basso (per dirla seriamente, ovverosia di “cazzeggiare” troppo, volendo semplificare), o di subire i guai tecnici o fisici di qualcuno (che personalmente aspetterei comunque e che cercherei di aiutare) e di rallentare quindi il passo.
Aggiungo che il bello della CENTOPASSI è proprio la grande libertà che lascia ai concorrenti nella pianificazione e gestione del percorso e della gara e tale libertà la si può apprezzare sia da soli che in gruppo, ma è proprio questa “liberta” che va continuamente interpretata e piegata con la “volontà” verso il conseguimento del miglior risultato possibile.
E’ una sfida personale la CENTOPASSI che, peraltro, ognuno si può regalare a costi ragionevoli.

5) Centopassi 2016. Che obiettivi ti sei posto per il prossimo giro, vincere?

Fare i 100 passi e in squadra, come detto.
Aggiungo: vorrei fare qualche foto in più o installare una action camera sulla moto. Quest’anno non l’ho fatto e mi sono pentito.

E dire che la mia CENTOPASSI era iniziata così: 24 ore prima della gara, a 10 chilometri da casa, ancora sul Grande Raccordo Anulare di Roma, gomma posteriore forata da un enorme chiodo … e via in corsia di emergenza ad aspettare il carro attrezzi.

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Per “fortuna”, dopo aver pagato l’obolo alla cugina sventura, non ci sono state ulteriori complicazioni in gara.

Colgo l’occasione per ringraziare l’organizzazione della CENTOPASSI che è stata all’altezza della situazione in ogni momento e soprattutto che mette nella “cosa” una vera passione motociclistica, valori umani e veramente tanta amichevole complicità. Fortissimi.

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Ci vediamo nel 2016!!

Francesco Buonanno

e noi a braccia aperte t’aspetteremo, al Traguardo, come sempre!

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